_ 1° CLASSIFICATO
la nuova sistemazione di Piazza Santa Croce a Troia (FG) _1999
L'idea di citta' contemporanea, nella realta' italiana, non puo' prescindere dall'idea di centro storico. Come un codice genetico reca nella sua catena la "memoria" di un essere vivente, cosi' l'organismo urbano si e' stratificato nel corso della storia portando con se la memoria di quel processo evolutivo fatto dall'interazione intima di cose e di persone. Il trascorrere dei secoli ha dato vita all'organismo "citta'" che altro non e' che un mirabile momento di dialogo tra forme e culture diverse succedutesi nel tempo. La memoria del luogo quindi diventa elemento importantissimo da conservare e tramandare in continuum; la memoria non ha punti di arrivo, quello che facciamo oggi sara' la memoria di domani. Intervenire secondo la logica della "architettura sostenibile" nell'ambito del centro storico puo' significare proporre una architettura "discreta", "non invasiva" (ma non senza forza espressiva), nel senso che non altera la struttura e la memoria del luogo su cui insiste ma, seguendo la logica dell'installazione, si limita ad incidere sulla "memoria RAM" del luogo stesso. Non puo' esserci rinascita senza rinnovamento, infatti, la parola tradizione ha la stessa etimologia di tradimento, il che significa tramandare trasformando e possibilmente arricchendo in maniera contemporanea. Il rinnovamento passa attraverso la coerenza intellettuale di quella societa' che, diventando espressione autentica del proprio tempo, da' il suo contributo al processo continuo di formazione-conservazione della memoria del luogo. La citta', e quindi il suo nucleo piu' antico, ha le caratteristiche di un "organismo vivente" che muta, si trasforma e si adatta senza restare prigioniero di se stesso e della propria memoria ma pur sempre nel suo rispetto.
La nostra idea di citta' prende forma nella progettazione di un vuoto urbano nel centro storico millenario della citta' di Troia (FG), mediante: - la multimedialita' dell'uso della piazza, uno spazio-teatro dove poter svolgere manifestazioni culturali ed aggregative nell'ambito di uno scenario in cui si fondono immagini d'arte ed architettura; - un intimo connubio con l'arte, dove la struttura architettonica e' ideata in armonia con l'opera pittorica e quindi non supporto ma parte integrante (estetica e funzionale) dell'opera stessa; - una comunicazione fatta di forme e spazi che vanno oltre gli schematismi estetizzanti comunemente assunti in discutibilissime interpretazioni della cultura e della tradizione architettonica. Piazza Santa Croce rappresenta urbanisticamente un punto notevole per la struttura del centro storico di Troia. , E' infatti, una delle poche piazze compiutamente delimitate da edifici sui quattro lati che la connotano spazialmente generando uno spazio chiuso e raccolto che invita allo "stare".
La centralita' della piazza, connotazione spaziale e formale intrinseca del luogo, ma anche centralita' rispetto alla forma urbana del centro storico di Troia, caratterizza questo spazio, una volta probabilmente sede di una chiesa detta di Santa Croce. Negli ultimi decenni la piazza e' stata utilizzata come sede del mercato ittico ed ortofrutticolo all'aperto, esplicitando in questo particolare modo, la sua vocazione di luogo d'incontro e relazioni sociali.
Il progetto si propone di dare nuova vitalita' ad un luogo da tempo ingombrato da banchi mercato e automezzi, facendogli acquistare la funzione di "piazza teatro", spazio ove tenere manifestazioni culturali, d'arte e spettacolo, ma anche semplicemente luogo per lo "stare" o per il contemplare le opere pittoriche (pannelli in ceramica di Vietri cm 100 X 150) dell'artista Leon Marino. L'opera è una sequenza pittorica di "anime spirali" definite dall'artista " Le isole spinose della spiritualita' individuale" seguendo l'orientamento di una simbologia figurale laico - religiosa. La forma grafica - pittorica che l'artista ripete sui suoi pannelli e' riconducibile alla corona di spine che propone un concetto di "anima" dentro il quale si configurano ed evocano le molteplici manifestazioni spirituali dell'uomo moderno. La simbologia usata si riversa nel mistero e, rifacendo un percorso a ritroso ne diventa astrazione di memoria, ornamentale, sulle nostre bellissime cattedrali pugliesi. Il principio base dell'opera ci impone di riflettere sulla tradizione, specie se ad essa fanno poi riscontro al contempo la modernita' delle campiture coloristiche e i piani di luce del nostro territorio, vale a dire, di un Sud dove la luce e l'ombra, il bianco e nero, l'ocra e l'azzurro, cosi' come la vita e la morte, non sono mai antitetici, ma naturalmente complementari tra loro. La disposizione delle opere (collocate su supporti rivestiti in rame preossidato) rievoca il tracciato di una processione, una Via Crucis, un luogo di contemplazione. I camminamenti si dilatano e si comprimono, allargandosi in alcune direzioni e restringendosi in altre, come a condensare lo spazio sui punti focali rappresentati dalle ceramiche di Leon Marino che, con il loro continuo rimando al mistero dell'"Anima", interpretano il contenuto di una cultura religiosa di antica tradizione. Nel progetto e' poderosa l’idea del rito Cristiano della processione a piedi e la presenza di elementi metallici incrociati sorretti dalle "Anime" di Leon Marino sul lato Ovest della "piazza della Santa Croce", evoca i crocefissi del Calvario, fortemente presenti nell'immaginario collettivo locale nel rito penitenziale delle "Catene" del Venerdi' Santoale opera sicuramente si aprirà ai legami del cuore e al dialogo con la fede."
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