_ Un Museo Diocesano non fa solo catechesi ma viene anche incontro alle esigenze spirituali dell’uomo e mette per questo in ombra gli aspetti fugaci delle esposizioni d’arte del tipo “mordi e fuggi”. Un museo ecclesiale è inoltre un annuncio continuato di fede ed un richiamo di spiritualità (Kant intravedeva nella contemplazione del bello un riflesso del divino), in esso ritroviamo un’anima ed una coscienza collettiva nella sua matrice culturale, religiosa e civile.
L’intervento nell’ex Seminario vescovile è stato teso principalmente alla comprensione del contenuto artistico e simbolico della “collezione” mediante la creazione di un museo accessibile a tutti. Il museo vuole esprimere un concetto di conservazione dinamica, di fruizione e di valorizzazione non solo degli oggetti ma della testimonianza di fede che essi rappresentano e portano. Sono segni del passato che testimoniano valori presenti, attuali e futuri, il passato che si attualizza e si proietta nel futuro.
Si è cercato di privilegiare i caratteri del museo contemporaneo soprattutto nella dinamicità e nella flessibilità degli spazi, anche se tale operazione è stata complicata dalla struttura di un edificio nato per altre funzione (seminario diocesano e scuole) e quindi vincolante nella creazione degli spazi museali e delle sue infrastrutture tecnologiche.
Un altro aspetto importante nella progettazione e nelle conseguenti operazioni di allestimento museale è stato lo studio delle misure atte ad assicurare le molteplici e spesso imprevedibili esigenze della conservazione, congiunte al massimo potenziamento della comunicazione del loro messaggio culturale e storico.